Le cave
nella storia
La realtà di Caolino si colloca all'interno di un territorio che, nel corso dei secoli, ha subito significative trasformazioni, rappresentando per Lipari un luogo di grande importanza e di forte richiamo.
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Rutta i Saracina

Durante l'occupazione saracena molti liparesi si spostarono nell'area di Caolino, stabilendosi in alcune grotte naturali presenti, dette “Rutta i Saracina”.
La tradizione vuole che la bianca chiesetta che si ammira sulla collinetta che sovrasta le cave, chiamata "A Casicedda",  sia stata costruita dai liparesi cristiani in fuga. 
La stessa ospitava i contadini del luogo che si radunavano per riposarsi e per condividere la preghiera collettiva e la messa domenicale.
Alla fine dell’occupazione musulmana la zona di Caolino, detta anche "Vagnu Siccu - Bagno Secco", rappresentava un polo abitativo di notevole importanza in quanto, sin dalla seconda metà del  IV secolo a.C., era conosciuta come luogo di cura dove gli afflitti da malessere cercavano guarigione per le sue acque dalle eccezionali proprietà curative.

La Torre Permeta

Lungo il crinale che dirada verso il mare si trovano i resti indistinti della Torre Permeta, una costruzione circolare risalente al XI-XII secolo, dalla quale i soldati comunicavano con Alicudi, Filicudi e Salina attraverso segnali di fumo durante il giorno e segnali di fuoco nella notte.
Fu eretta su una calotta semi-interrata che fungeva da magazzino, dove i soldati potevano resistere per giorni in caso di assedio.
In seguito la Torre fu usata come officina dagli operai che sfruttavano una miniera di ferro con l'ausilio di un acquedotto che raccoglieva l'acqua del ruscello e la convogliava verso la stessa torre.

Testimonianze del passato

Le innumerevoli vestigia di un glorioso passato visibile nelle testimonianze archeologiche, storiche e vulcanologiche di Caolino accompagnano i visitatori in uno dei punti più suggestivi di Lipari.

"Debbono parimenti a questo luogo nominarsi le "Stufe", le quali si veggono scavate a guida di grotte sulla cima di un piccolo monte:di cinque che sono, tre si comunicano, e vi ha in esse dei spiragli naturali , onde sbocca un vapore umido tanto più caldo, quanto lo scavamento è più profondo. Al di sopra di ciascheduna è un'apertura, che da uscita ai vapori:pure le pietre delle volte ne bruciano a segno, che non possono essere toccate,anzi di nere che sono naturalmente, in un certo tempo appariscono bianche. Le stufe anzidette sin dai tempi antichissimi sono state riputate come assai salutari, ed attesta Diodoro, che non solo allor si frequentavano per cagion di malattia, ma ancora per una qualche remission d'animo e per piacere..."

Rosario Gregorio (1821)